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"Capolinea Malaussène", "Residenza per signore sole", "Brick for stone": la classifica dei libri

Leggiamo un libro insieme

Redazione
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-Capolinea Malaussène di Daniel Pennac

La serie dei Malaussène: sette romanzi, oltre 5 milioni di copie vendute, più di 400 edizioni. La grande attesa è finita. La famiglia più amata di Parigi sta per tornare.

Il grande finale, esilarante e apocalittico.

«Non sapevo che i miei ragazzi avessero rischiato di farsi ammazzare nel caso Lapietà. Quando ho scoperto che c’era di mezzo Nonnino, ho capito una cosa: chi non conosce Nonnino non sa di cosa è capace l’essere umano.» - Benjamin Malaussène

«Fuochi d’artificio per dire addio a Benjamin e alla sua tribù.» - Le Temps

«Quando si comincia un libro del ciclo dei Malaussène, soprattutto se uno degli ultimi, ancora più soprattutto se è l’ultimo, si deve mettere in conto che ci si troverà immersi in una grandiosa, affascinante e rocambolesca baraonda.» - Alessandro Tacchino per Maremosso

La mano di Nonnino si posa sulla testa del ragazzo. “Niente panico, eh? I Malaussène son roba facile. Loro, almeno, sappiamo dove stanno.”
Kebir ha un attimo di esitazione prima di chiedere: “Ci vado da solo?”.
Nonnino gli concede il suo sorriso bonario. “No, piccolo, non preoccuparti, ti do tre uomini.”
Kebir sente il freddo dell’anello. “Vai tranquillo,” mormora Nonnino. “Quando sei sul posto, poi, ti concentri bene. La cosa importante è il risultato. Li beccate, recuperate la Schoeltzer, e poi…” Nonnino gli ha afferrato l’orecchio. “E poi finisci di far pulizia.” Una pausa. “Li elimini. Tutti e tre. Anche la ragazzina.” Gli tira piano il lobo. “Perché un testimone, Kebir mio, testimonia.”

 

-Residenza per signore sole di Masako Togawa

Un edificio per sole donne a Tokyo, un segreto dietro ogni porta, una chiave in grado di liberarli tutti.

«Un gioiello del mistero» – The Times

«Un intreccio eccezionale che si dipana in modo sorprendente, come una matrioska. Una vera delizia» – Publishers Weekly

Dallo sportello della portineria osservo quanto si svolge all'esterno, attraverso la porta a vetri che mi separa dal mondo: oggi, dopo tanti anni, verranno esposti alla luce del sole dei fatti tenuti gelosamente nascosti, i fantasmi del passato sepolti sotto questo edificio.

La Residenza K, un palazzo di mattoni rossi che ospita donne nubili, appare agli abitanti di Tokyo come una dimora tranquilla per signore per bene, ma nasconde in realtà un passato sinistro. Quando dalla portineria sparisce misteriosamente il passe-partout, la chiave universale che apre tutte le centocinquanta stanze affacciate sui lunghi corridoi dei cinque piani, le inquiline cominciano a vivere nell'ansia. Ogni camera, infatti, oltre a un'immensa solitudine, custodisce colpe che ciascuna di loro tiene scrupolosamente per sé: strani furti, incidenti sospetti e persino un suicidio aleggiano tra quelle mura, abitate da donne assorte nel ricordo dei tempi andati. E adesso, in previsione dello spostamento dell'edificio che deve far posto a una strada, queste donne temono che succeda qualcosa di orribile: i lavori potrebbero portare alla luce un crimine avvenuto anni prima, e con esso tanti altri segreti che le pareti spesse della Residenza K – e la sua curiosa portinaia con la passione per i libri – serbano con discrezione. Pubblicato per la prima volta nel 1962, Residenza per signore sole è un grande classico del noir giapponese. Una perla rara, ricca di tensione e atmosfera, che ricorda i thriller di P.D. James, conservando però l'inconfondibile tocco di magia che continua a far innamorare della letteratura del Sol Levante le lettrici e i lettori di tutto il mondo.

 

-Brick for stone di Alessandro Barbero

Un racconto pieno di tensione e di sorprese, e pervaso dall'ironia di chi, come Alessandro Barbero, sa guardare alla storia con disincanto.

«Quando Harvey usciva di casa con la cartella di cuoio, i passanti potevano scambiarlo per un professore europeo: un bizantinista, che so, slovacco, venuto da Bratislava a decifrare chissà quali manoscritti. Però, diciamo la verità, a fare quella vita lì lui si annoiava; dopo un po’ uno si stufa di vivere a Georgetown, guidare tutti i giorni fino a Langley, farsi le sue ore d’ufficio, guidare di nuovo fino a casa, fare il barbecue con i colleghi la domenica. Sì, aveva voglia di andarsene per un po’.»

È l'anno fatidico 2001. A New York, Harvey Sonnenfeld, agente CIA messo un po' in disparte ma carico di esperienza, ha un'intuizione, una di quelle convinzioni tenaci che non si sa da dove vengano ma che possono essere più radicate di un ragionamento articolato: ci sarà un attentato. «New York conta un bel po' di milioni di abitanti, e nessuno può sapere esattamente quanti stanno preparando un attentato. Loro sono qui e io prima o poi li annuserò». Ingaggia allo scopo un gruppo di persone tanto assurdo quanto efficace. Bobby Fischer, l'unico americano della storia campione mondiale di scacchi, paranoico, ma capace di anticipare un migliaio di mosse; l'immigrato russo Kozlov, un ubriacone, proveniente dall'Afghanistan, ingegnere esperto di ogni tipo di attentato; il professor Koselleck, cacciato dall'università a causa di una condanna per stalkeraggio contro la moglie, il massimo studioso del pianeta di graffiti offensivi e scritte oscene. Intanto un'ombra si aggira, un altro gruppo affaccendato a tessere una rete di contatti; per loro non è il 2001 ma l'anno 1421 dall'Egira. L'improbabile squadra di Harvey Sonnenfeld da un labile indizio scovato in metropolitana e una conversazione captata per caso, dà l'avvio a una corsa contro un tempo immaginario, in cui si profilano minuziosamente terroristi costruiti sull'equivoco. Siamo arrivati a settembre. La fine è nota. Ma il racconto è pieno di tensione e di sorprese, e pervaso dall'ironia di chi, come Alessandro Barbero, sa guardare alla storia con disincanto. E il desiderio di complotti produce le sue conseguenze, mentre la realtà va pericolosamente, indisturbata, per conto suo. 

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