BIOGRAFIA AUTRICE
Biancamaria Magini è Docente dell’Università della Terza Età di Sesto San Giovanni, laureata in Scienze Politiche presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Docente di ruolo di Storia e Filosofia al Liceo Scientifico P. Frisi di Monza.
PRESENTAZIONE
“Sesto…Ieri”, è un libro che raccoglie alcune delle cose da ricordare della città di Sesto San Giovanni…
Le pagine di questo libro ti condurranno nella città sestese di tanto tempo fa, di quando tutto è cominciato. Leggendo una pagina dopo l’altra, riaffioreranno le memorie; i racconti di vite passate, di lavori oramai dimenticati. Un tuffo nel passato di una Sesto di ieri che oggi non è più.
(Raffaella Lamastra)
DEDICA
A Edoardo e Gabriele
Zia Pupy
In un caldo mattino di giugno, preceduto da un esercito di violini (metafora per “sviolinata”) Giorgio Tarantola mi proponeva di scrivere un libro tipo “100 cose di Sesto da ricordare” e io da vera incosciente ho pensato due minuti e mi sono trovata a dire “ si potrebbe fare “ lasciandomi però aperta la via per poter dire di no.
Forse perché alla vigilia dei 70 anni l’idea di poter fare qualche cosa di nuovo mi è sembrata una vera e propria sfida, ho cominciato a pensare come e cosa avrei potuto scrivere e “tac” dopo due giorni si è accesa la lampadina e ho potuto dire al mio giovane editore che si, avrei tentato di fare il libro.
Questa l’idea: parlare ai nipoti dei nonni della mia generazione per dire loro che non siamo nati con i capelli grigi e magari qualche Kg di troppo, ma anche noi abbiamo avuto 20 anni, anche noi andavamo a ballare – le ragazze accompagnate dai genitori -, anche noi avevamo i filarini che incontravamo in Biblioteca allora ancora alla villa Zorn o sul tram mentre andavamo a scuola.
Insomma anche noi siamo stati giovani nella Sesto dei mitici anni ’60 tanto diversa dalla Sesto di oggi. E così ho cominciato a parlare con i miei coetanei e sulla scia del “ti ricordi, ti ricordi…” ho messo insieme tante notizie .
Siccome ho letto su un quotidiano nazionale che è banale fare i ringraziamenti alla fine del libro, li faccio subito. Ringrazio tutti quelli che mi hanno offerto ricordi e… penna e i cui nomi troverete leggendo.
Buona lettura…
SESTO…IERI
COME ERAVAMO (estratti)
“La Sirtori”
Quando negli anni ’60 le signore sestesi dicevano “Vado dalla Sirtori” non intendevano solo dire “Vado in merceria”, ma vado “Nella merceria” perché il negozio della signora Gianna Sirtori era unico. Era in via Solferino, era il regno di sarte e non, perché vi si trovava di tutto, aghi, fili, fettucce, nastri, biancheria intima e da casa e bottoni di ogni misura, di ogni colore, di ogni prezzo. Regina incontrastata, la signora Gianna. Una bella signora, alta, sempre ben pettinata e con lo smalto rosso sulle unghie delle mani. Spesso si esprimeva in dialetto milanese. Quando si entrava nel negozio era sempre pieno e anche se dovevi acquistare solo tre bottoni bisognava mettere in conto una lunga attesa perché la Sirtori non lasciava uscire nessuno se non si riteneva soddisfatta.
Aveva un gusto sicuro e finissimo e le sarte e non, lo sapevano e se qualche richiesta non la soddisfaceva suggeriva di andare da altri perché Lei non vendeva articoli che riteneva sbagliati. Ma credetemi, aveva sempre ragione e tutti lo sapevano.
Non aveva un carattere facile, talvolta aveva anche risposte pungenti, ma sotto sotto voleva bene alle sue clienti e cercava sempre di accontentarle tanto che se la merce richiesta non c’era al negozio, lei la cercava e la procurava.
Con la morte della signora Gianna, il negozio ha continuato a essere con la figlia Rosanna, che purtroppo, nel giro di poco tempo, ha prematuramente raggiunto la mamma e “La Sirtori”, non c’è più. (…)
LA SCUOLA (estratti)
Nel fluire dei ricordi, ritengo che non debbano mancare quelli della scuola perché anche noi siamo andati a scuola, anche noi abbiamo avuto maestri e professori. Come succede ancora oggi, anche noi avevamo prof. “buoni” e prof. “cattivi”. Erano ritenuti cattivi quelli più severi, più esigenti e con “la manica stretta”. Se poi ci davano un brutto voto che ritenevamo immeritato era perché “ ce l’ha su con me”.
Anche ai nostri prof. Assegnavamo soprannomi. Come potete vedere, “nihil novi sub sole” vale a dire, “cari ragazzi non avete inventato proprio nulla”.
Sono tanti i maestri e i prof. Di cui potrei parlare, tre per tutti: La maestra Restelli, Giuseppina Restelli in Sacchini ha dominato nella prima metà del ‘900. (…)
GEAS (estratti)
Dal 1954 GEAS a Sesto significa sport: non a caso Geas pallavolo, Geas nuoto, Geas pallanuoto, Geas basket e… e… e… e molti sono stati gli atleti che hanno brillato nelle varie discipline, ma il fiore all’occhiello della società è stato il basket femminile che negli anni ’70 ha accumulato 8 scudetti, una coppa Italia (1972-’73) una coppa dei campioni (1977-’78).
Ho conosciuto Carla Bardessono, una ragazza Geas. Ci siamo incontrate nella Chiesa di S. Giovanni fra una messa e l’altra e sedute su una panca, Carla mi ha parlato della sua esperienza come cestista. A mano a mano che parlava aumentava il brillio dei suoi occhi, tanto da esprimere non solo con le parole, ma anche con lo sguardo, la passione che animava lei e le compagne di squadra nonostante i sacrifici, che peraltro affrontavano con piacere. Prima di salutarci, mi ha consegnato due fogli dicendomi di farne quello che ritenevo più adatto. A casa ho letto i fogli tutto di un fiato, era la storia del Geas basket femminile.
Eccola:
“Nel 1954 un gruppo di giovani amici sportivi, tra i quali Tore Montella che rimane a tutt’oggi una delle bandiere della società sestese, decideva di fondare un Gruppo sportivo che per gli intenti che a quel tempo animavano i fondatori, si chiamò Gruppo Escursionistico Atletico Sestese. (…)
C’ERA UNA VOLTA
IL TRAM (estratti)
Prima dell’avvento della Metropolitana Sesto era unita a Milano e a Monza dal tram. A Monza il tram aveva tre capolinea: S. Biagio, Largo Mazzini e S. Fruttuoso. I primi due arrivavano al Rondò di Sesto da V.le Gramsci, il terzo da V.le F.lli Casiraghi e si incrociavano davanti all’attuale Banca Popolare di Emilia Romagna. Il capolinea a Milano, davanti ai giardini di Porta Venezia. Per l’esattezza, da Milano per Sesto partiva un altro tram, detto “i cancelli”, lento, lentissimo, con miliardi di fermate, che finiva la sua corsa davanti alla vecchia OSVA, ora rimpiazzata dal Colosseo. Una domanda rivolta ai miei coetanei: “Siete mai riusciti a contare i marchi “Scaini” ? (…)
LA PASTICCERIA “LEVATI” (estratti)
La pasticceria dei Levati era in via Roma, vicino alla farmacia del Rondò più o meno dove oggi c’è Luini. Premetto: come avevo già accennato il Rondò negli anni 60/70 era completamente diverso da come appare oggi. Al posto dell’attuale complesso con i portici c’erano due palazzi. Sulla piazza si apriva il cinema estivo IV Novembre, sulla via Roma all’angolo con la piazza si trovava la filiale del Credito Italiano, c’era poi la macelleria Nosari, un fruttivendolo, un prestinaio e Luini. In uno dei cortili si affacciava lo studio fotografico “Galbiati”.
Bene, il negozio dei Levati non era molto grande, una sola luce, l’esposizione delle paste, buonissime, e degli altri dolci in una vetrina perpendicolare all’entrata. La pasticceria era a conduzione familiare. I signori Levati erano molto gentili, sempre sorridenti e affabili anche se avevano avuto un gravissimo lutto. Avevano perso un figlio piccolo, Giovanni, per colpa della difterite. (…)
IL CASTELLO (estratti)
Anche Sesto aveva un castello. In V.le Casiraghi, più o meno difronte alle Pompe Gabbioneta, c’era un castello, era rosso con una torre centrale e due ali. Era leggermente arretrato rispetto alla strada. La sua presenza sfrenava la fantasia: Chissà chi nei tempi passati aveva abitato quel castello, chissà a quanti amori, a quanti drammi aveva fatto da sfondo! Quando con le amiche passavamo davanti, ci divertivamo a inventare romantiche storie di dame e cavalieri. (…)
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Tante altre curiosità, storie e interviste vi aspettano…
SESTO…IERI di BiancaMaria Magini – Editore Giorgio Tarantola
Caro Lettore, arrivederci al prossimo appuntamento letterario.