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"MESSAGGI DALLA STORIA" DI MONICA PASERO

Leggiamo un libro insieme: solo sognando puoi giungere oltre l'immaginabile "Tutto sta nel potere del sogno"

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BIOGRAFIA AUTRICE
Monica Pasero, (scrittrice,  recensionista e  blogger) nasce  a Cuneo il 24/02/1973. Vive a Dronero, dove si occupa della sua famiglia. Solo in questi ultimi anni, scopre la sua grande passione per la scrittura.  Fa il suo esordio nel 2009 con il libro “ E come diceva sempre mia nonna – ( non disponibile ) L’Autore Libri Firenze”. Nel 2011 con il  “Gruppo Editoriale Edicom” pubblica altri due romanzi:“Lungo viaggio verso il ritorno” e ”L’abbandono”.  Nel 2011 pubblica “Scritto tra le pagine del fato” You can print edizioni.” Nel 2012 la sua prima silloge poetica” Alchimia” in versione digitale edita da EEE esordienti. Nel 2013 nasce il suo primo Fantasy “Leggenda di un amore eterno” edizioni R.E.I. ( non disponibile) Nel 2014 la sua nuova silloge in formato Kindle”  I miei sogni di carta  in cui i proventi  saranno devoluti  all’associazione SCRIVIMI.

Dicembre 2014 nasce “Oltre fiaba” una raccolta di favole in formato kindle. Agosto 2015 nasce Messaggi dalla Storia testo narrativo   in cui sono presenti  pensieri sull’importanza della memoria storica da parte  dei ragazzi di alcune classi medie . Dicembre 2015 vede l’uscita di Le avventure di Lillo il coccodrillo.  Testo  divertente adatto a tutte le età.  È presente in diverse antologie. Ha ottenuto una menzione d’onore con il suo libro Messaggi dalla Storia, partecipando al “Premio internazionale Michelangelo città di Savarezza. È giunta in finale  con la poesia “il Soldato” al concorso “Poesie dal fronte” ( Tea Poetry) la sua poesia è stata inserita nell’antologia omonima legata al concorso. Una sua favola   sarà presente  nell’ antologia “Speciale infanzia 2016”  Associazione Marel .

Ha tenuto in questi ultimi anni alcune lezioni nelle scuole secondarie sull’importanza del sogno e della memoria storica.È  stata giurata in diversi concorsi  di Poesia.  È stata curatrice di diverse uscite editoriali, le sue prefazioni sono presenti in diversi libri e antologie. Ha collaborato al catalogo d’arte della pittrice Ester Crocetta ( presente alla biennale di Venezia) Ha introdotto il catalogo d’arte  dell’artista  Fabrizio Gavatorta.  Un suo testo “Oltre Tu”  diviene canzone ed è inserito nel cd Pianeta Terra del musicista Daniele Balzano. Un altro suo testo fa da promo al medesimo disco.  Si occupa di interviste e recensioni  sul suo blog  “Oltre scrittura liberi pensatori crescono”



PRESENTAZIONE

 Durante il trasloco, in fondo a uno scatolone, Fabio ritrova un vecchio libro di storia appartenuto a suo padre che rivedendolo, ricorderà il suo lungo viaggio verso il ritorno avvenuto molti anni prima. Fabio e la sua famiglia con il suo inseparabile Teo: una cavia peruviana, partiranno alla volta della nuova residenza. Nel frattempo un lungo sonno accoglierà il bambino che sarà trasportato in una fantastica avventura e, anche lui come tanto tempo prima il padre, partirà per un lungo viaggio alla volta della storia. Vivrà con Garibaldi i giorni della spedizione. Conoscerà Alfred Nobel e assisterà alla scelta di fondare un premio. Passando poi a vivere con Armstrong lo sbarco sulla Luna per poi finire nella pancia della balena con Pinocchio e ancora conoscere il primo balilla: Ugo Forno. Questi e molti altri personaggi faranno da cornice all’avventura di Fabio e il suo saccente roditore. Insieme lasceranno un messaggio educativo e divertente ai giovani lettori.

In questo libro si raccontano episodi legati a vari personaggi che lo animano. Ogni episodio riporta uno stralcio dello loro vite. Il libro non ha lo scopo principale di insegnare la storia ma di insegnare ai ragazzi, tramite dei messaggi, che solo la tenacia, il coraggio, la fiducia in se stessi e il sogno conducono l’uomo alla scoperta,alla conquista personale e al cambiamento. Messaggi dalla storia vuole testimoniare quanto siano importanti nella vita le radici e i sogni e quanto l'uomo abbia bisogno più che mai di ritornare a crederci Solo sognando può giungere Oltre l'immaginabile   “Tutto sta nel potere del sogno.”


Buona lettura...

MESSAGGI DALLA STORIA  TRA DIDATTICA E FANTASIA

Capitolo Nono

5 giugno 1944

Un boato svegliò Fabio che si guardò attorno, stiracchiandosi dolorante. Si trovò appoggiato a un vecchio muretto in pietra. Indolenzito, si alzò, sicuramente si era addormentato, ma non ricordava come ci fosse arrivato fin lì. Era mattina, l’aria era fresca e il sole era già alto, cercò Teo, fortunatamente il roditore, se ne stava appisolato a terra.

«Teo, svegliati!» proruppe Fabio, osservando con il naso all’insù il passaggio di aerei militari che sorvolavano il cielo, uno dopo l’altro, con il loro rombo inquietante. L’agitazione aumentò, quando intorno a lui si alzò un gran brusio. C’era un gran vociferare unito a rumori di marcia. Spaventato si accovacciò nuovamente dietro al muretto dove, vide sfilare truppe di soldati vessati dalla folla. Tremante prese Teo in spalla e chiese: Guarda anche tu! Dimmi, dove siamo? Tu lo sai sicuramente!»

Il roditore strizzò gli occhietti ancora assonati e rispose:«Ehm! Beh amico, mi sa che questi sono i soldati tedeschi che stanno lasciando Roma!»

Fabio spalancò gli occhi. «Che dici, siamo in guerra?»

«Beh, sì e no…»

Il ragazzino si accasciò al suolo per riprendere il controllo di sé.

«E adesso che faccio?» disse ad alta voce, inconsapevole che qualcuno lo stesse osservando. Una voce squillante rispose per lui: «Adesso puoi venire con me. Vado a vedere l’arrivo degli americani!»

Fabio alzò gli occhi e si trovò davanti ad un ragazzino mingherlino. Doveva avere più o meno la sua età. Aveva capelli nerissimi e occhi incredibilmente azzurri. Nel suo sguardo trasparivano una fierezza e sicurezza unica, difficile da trovare in un bambino. Il ragazzino vedendo Fabio che non rispondeva, disse: «Ehi amico dai che è quasi finita! Presto riprenderemo una vita normale o quasi. Finalmente, dopo nove mesi d’assedio, da parte di quei maledetti tedeschi. I nostri alleati ci stanno liberando. Magari mangerò di nuovo una bistecca o un dolce!  Solo al pensiero sono felice!»

Gli occhi del giovane s’illuminarono ancor di più. Fabio entusiasta disse: «Anche a me piacciono tanto i dolci!»

«Bene!» ribatté ilare il ragazzino, presentandosi: «Io sono Ugo Forno e tu chi sei?»

«Io sono Fabio, piacere mio!»

Ugo abbassò lo sguardo e solo allora vide Teo. 

«E questo, cos’è?»

«Eh Eh! Lui è il mio amico Teo!» rispose Fabio prendendo l’animaletto in spalla. Ugo si avvicinò per osservarlo bene e affermò: «Che buffa bestia!»

Teo non colse l’offesa e si mise a sonnecchiare sulla spalla del suo amico. 

«Allora vieni? Dai non ho mai visto un inglese o un americano. Voglio vederli da vicino, in fondo sono loro che ci stanno liberando. Voglio vedere i nostri eroi!» concluse orgoglioso Ugo. Fabio annuì e, nascondendo Teo nel suo zaino, lo seguì. Passarono tra la folla urlante e festante: donne agitate con le lacrime agli occhi parlottavano tra loro, bambini attaccati alle loro gonne gioivano, battendo le mani. Anziani speranzosi con negli occhi la voglia di rivalsa, intravedevano la libertà. Nel frattempo giovani e stanchi soldati tedeschi, a testa bassa, sfilavano per le vie di Roma, subissati dalla folla che festosa inneggiava il loro ritiro. La Germania era stata sconfitta. L’Italia era libera! Era la fine di un incubo. 

Fabio e Ugo attraversarono quella moltitudine di volti, finché si fermarono in una piazza. “Piazza Vescosio.” Qui un gruppo di uomini discuteva concitatamente sugli ultimi avvenimenti riportati. I due s’intrufolarono tra la calca, passando inosservati ai grandi, troppo presi nei loro discorsi. Vi era un gran vociferare, notizie appena arrivate, dicevano che un gruppo di tedeschi stava fissando delle mine sul ponte dell’*Aniene per fermare l’avanzata degli alleati. Ugo, a quelle parole, strinse i pugni dicendo: «Maledetti bastardi! Non possono cavarsela così. Dobbiamo fare qualcosa!»

Fabio scioccato rispose: «Ma cosa possiamo fare? Noi siamo solo dei bambini! Lasciamo che siano i grandi a occuparsene!»

Ugo lo strattonò, urlandogli: «Ma che dici? Io non sono un bambino e farò di tutto perché la mia Roma venga liberata! Che fai codardo, vieni con me o stai qui, mammoletta?»

Fabio colpito nell’orgoglio, rispose: «Certo che vengo con te! Non sono una mammoletta io!»

 I due arrivarono nei dintorni di una casa colonica a poca distanza dal ponte dell’Aniene. Qui dei giovani agricoltori, seduti a un tavolo, discutevano delle novità. La voce era girata velocemente: i tedeschi stavano minando il ponte. Ugo, senza nessun timore, urlò al gruppetto: «I tedeschi stanno attaccando delle mine sotto il ponte sull'Aniene, lo vogliono demolire. Noi andiamo a salvarlo ci devono passare gli americani. Avete delle armi? Venite con me!»

I contadini si alzarono, tutti e sei, e senza dire altro lo seguirono come fosse lui il capitano. Fabio osservava spaventato il tutto e agitato chiese aiuto a Teo: «Dobbiamo fare qualcosa! Quei ragazzi si ammazzeranno!»

Il roditore strizzò gli occhietti e tristemente rispose: «Non puoi andare contro la storia, ma solo viverla!»

«Non è giusto! Devo fermarli!» sbottò e, con tutto il coraggio che possedeva, ritornò vicino al gruppetto e affrontandoli disse: «Non fatelo, vi ammazzeranno di sicuro. Non potete farlo veramente!»

Una risata generale riempì l’aia. Uno dei giovani, guardando Ugo, disse: «Ughetto, perché ti sei portato dietro questo smidollato?»

Ugo sorridendo, rispose: «No, tranquilli, è un amico. Forse ha solo bisogno del nostro coraggio!»

Dopo un po’, di mormorii generali, i contadini si tranquillizzarono e tirarono fuori dalla cantina: due mitra Beretta, due fucili della fanteria tedesca e alcune pistole. Poi seguirono Ughetto che camminava a testa alta, in cima al gruppo, verso il ponte di ferro.

Fabio tremante restò in fondo alla fila e, con il cuore che gli scoppiava in petto, li seguì spaventato, consapevole di ciò che sarebbe accaduto. Il ponte di ferro sull'Aniene fiancheggia la via Salaria sita sopra i binari della ferrovia Roma - Firenze.

Una decina di tedeschi, con la tuta maculata verde e marrone, stava piazzando sotto le tre arcate grossi pacchi di esplosivo. Stendendo cavi elettrici dell'accensione. Ugo, senza pensarci troppo diede il via agli spari. Barcollando, con il fucile in mano più grande di lui, Ughetto sparò all’impazzata. I colpi di fucile sorpresero il lavoro, quasi ultimato, dei tedeschi costretti così a mettersi al riparo. Fu uno scontro furente. Ugo e alcuni dei suoi spararono da dietro una capanna. Gli altri allungati a terra dietro un dosso. I tedeschi non capirono subito che ad attaccarli fossero stati dei giovanissimi *Partigiani italiani e non americani. Così, decisero di abbandonare quel maledetto ponte e ritirarsi. Però, nello scappare, continuarono la loro controffensiva, colpendo in pieno il primo dei giovani contadini che cadde al suolo. Fabio pianse. Non poteva credere che realmente stesse vivendo questo. Tremante di paura si accucciò, con le mani sulla nuca, dietro un dosso, sperando che tutto questo finisse il più presto possibile.

«Sparate sul fumo! Sparate sul fumo!» urlava Ughetto con gli occhi lucidi, ma con il coraggio nel cuore e intanto, faceva fuoco col suo enorme fucile. Sperando di impedire altri colpi. Invece arrivò il secondo proiettile che squarciò un’altra giovane vita. Nonostante ciò, Ughetto non si arrese e senza paura continuò la sua offensiva. Poi, il terzo proiettile e le schegge centrarono Ughetto, due al petto e una in testa. Il capitano-bambino cadde di schianto. Era già morto quando toccò terra. Fabio, straziato, osservò il tutto. Vide il suo giovane amico riverso a terra in una pozza di sangue. 

«È morto, è morto! Noooooo! Perché non mi ha dato retta … perché?» gridò Fabio disperato.

Da lì a poco, al ponte di ferro, giunse un gruppo d’alleati guidati dal sottotenente paracadutista Giovanni Allegra, che si chinò sul piccolo Ugo e, sfilandogli la bandoliera dalla spalla gli chiuse le palpebre sugli occhi sbarrati. In mano un tricolore a brandelli avvolse il corpo del piccolo. Fabio era ancora nascosto quando il suo viaggio proseguì e un vortice inatteso lo portò in una nuova dimensione.


"Al folle coraggio di questo ragazzino, alle raffiche ingenue del suo mitra contro i soldati nazisti, alla sua morte guardiamo come all'esempio di chi non volle far finta di non vedere”

Ugo Forno  1932-1944


"MESSAGGI DALLA STORIA" DI MONICA PASERO

 Pagina  libro https://www.facebook.com/Messaggi-dalla-Storia-1632808196966013/


Caro Lettore, arrivederci al prossimo appuntamento letterario.

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