Riceviamo e pubblichiamo:
IL FUTURO E’ NELLE MANI DI DIO, E’ QUESTA LA SPERANZA CRISTIANA?
All’inizio di questa settimana che ci porta alla solennità del Corpus Domini mi sento di tentare una riflessione diciamo di metà cammino. In particolare voglio pensare alla speranza che spesso dimentichiamo di coltivare come “il solo bene che è comune a tutti gli uomini, e anche coloro che non hanno più nulla la possiedono ancora”.
La speranza che non dobbiamo farci rubare ne far spegnere nel nostro cuore.
Di fronte alla crisi economica che fatica ad essere superata e che tra gli effetti più dolorosi ha l’insufficiente disponibilità di lavoro, è necessario moltiplicare gli sforzi per alleviarne le conseguenze e per cogliere e irrobustire ogni segno di ripresa e di spe- ranza.
Il nostro cammino, il cammino degli uomini non è mai concluso, abbiamo sempre bisogno di ripartire, di rialzarci, di ritrovare il senso della meta, della nostra esistenza, così per la grande famiglia umana è necessario rinnovare sempre l’orizzonte comune verso cui siamo incamminati.
Abbiamo ancora bisogno di scoprire qual è l’orizzonte verso cui volgere lo sguardo, di riconoscere e dirigere le nostre attenzioni e energie verso il confine della speranza.
Forse con fatica e anche con un poco di rassegnazione abbiamo iniziato a camminare i primi sei mesi di questo 2014, ma non dobbiamo dimenticare che comunque sia il cammino è iniziato illuminato dalla nascita di Gesù.
Questo ci restituisce l’orizzonte della speranza che non delude perché è fondata sulla Parola di Dio, una speranza che è dono, perché vie- ne dallo Spirito Santo, e per noi questo dono ha un nome: Gesù. “L’uomo non si salva da solo e chi ha avuto la superbia di provarci ha fallito, perché solo Dio può dare vita e salvezza” (Papa Francesco).
Una speranza quindi che non delude, perché il Signore non delude mai! Lui è fedele! Lui è la nostra forza! È la nostra Speranza!
16 giugno 2014
Quante volte nella nostra vita le speranze svaniscono, quante volte le attese che portiamo nel cuore non si realizzano.
Anche questa crisi ha messo a nudo tante nostre debolezze, le nostre insicurezze, le nostre contraddizioni.
Ma la speranza di noi cristiani è forte, sicura, solida in questa terra dove Dio ci ha chiamati a camminare, ed è aperta all’eternità perché fondata su Dio, che è sempre fedele.
A chi ci chiede ragione della speranza che è in noi (1Pt 3,15) indichiamo Gesù nato nella carne, morto e Risorto per la nostra salvezza.
Siamo chiamati a testimoniarlo con l’annuncio della Parola, ma soprattutto con la nostra vita.
Siamo chiamati a mostrare la gioia di essere figli di Dio con quella libertà che Gesù ci ha donato, quella li- bertà che ci ha liberati dalla schiavitù del peccato e della morte.
Questo sia il nostro impegno nelle fatiche quotidiane e un servizio prezioso che dobbiamo dare a questa nostra società, che spesso non riesce più a sollevare lo sguardo verso l’alto, non riesce più a sollevare lo sguardo verso Dio.
Giorgio Floridi