Partecipa a Sesto Daily News

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Sonia Serravalli - SALUTO BALI

Condividi su:

Saluto Bali, reduce da un’altra escursione non organizzata alla scoperta della spiaggia finora migliore, trovata sulla costa est, quasi per nulla pubblicizzata, dove abbiamo finalmente incontrato i surfisti e le onde oceaniche, alte e lunghe che ti tirano per le gambe. Splendida spiaggia quella nella zona di Lebih.

Saluto Bali, i suoi abitanti che fanno il bagno nei canali, le sue libellule dalle specie e colori infiniti (questa mattina a colazione una mi si è posata sulla mano), le sue centinaia di specie di uccelli colorati e di enormi farfalle, i suoi panorami da eden tra cascate, terrazzamenti di risaie, case grandi come haciendas e scorci oceanici. Saluto i suoi pollai, i rapaci, i pipistrelli enormi, le lucciole, i simpatici rospi, gli scorpioni, tutti i topi, i pesci, i duran e gli altri frutti strani così difficili per il nostro palato, i rumorosi geki; saluto gli innumerevoli templi dedicati agli innumerevoli dei, i demoni, le migliaia di offerte colorate ovunque.

Saluto quest’isola dalla magia che pullula e dalla vegetazione esuberante in cui viene da pensare che, se non fosse per il dolore, le malattie e la morte, comuni anche agli esseri umani di qui, si sarebbe nel paradiso terrestre descritto nella Bibbia. Un saluto particolare va alle scimmie, alle palme, alle magnolie e alla selva intricata dalle centinaia di tonalità di verde, rosso e giallo, oltre ai bellissimi tramonti dietro Ubud. Un abbraccio di cuore poi all’arte tutta, al Museo Neka, uno dei più belli della mia vita, ai colori di Arie Smit e ai suoi notturni con luna,  ai meravigliosi nudi di Hofker (che mi ha fatto pensare, Bali è quel luogo in cui le donne paiono fiori) e alle infinite gallerie d’arte sparse anche nei luoghi più impensati.

Rimarrà impressa nella memoria come un amore impossibile l’isola perduta che non ho potuto visitare. L’unica che non attrae turista e che per questo ha colpito la mia immaginazione, un luogo utilizzato dagli indonesiani per esiliarvi i delinquenti, dove esiste solo una fonte d’acqua dolce per tutti i suoi abitanti e dove bisogna portarsi su tutto ciò che serve se si resta via più giorni – così almeno ho letto di lei. Oggi l’ho vista davanti a noi oltre il braccio di oceano a est: Nusa Penida. Isola Penida. Credo che dovrei tornare a Bali un giorno solo per esplorare lei, un’isola che “aspetta solo di essere scoperta”, dice la guida. Un’isola per ora immaginaria che resterà a fertilizzare la mia fantasia nella mia vita a venire, inshahallah, e su cui riporrò pezzi di sogni da trasformare e desideri da realizzare.

Ritorno al mio Sinai. Grazie mare e onde oceaniche. Grazie viaggio eterno.

Sonia Serravalli ©

Condividi su:

Seguici su Facebook