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QUÉMÉNÈS: UN'ISOLA PER DIECI

L'isola deserta trasformata in un'eco-fattoria

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Avete bisogno di pace e tranquillità? Senza arrivare ad atolli sperduti negli oceani , nella regione bretone del Finistère si trova l'arcipelago di Molène, e qui, tra isolette di sabbia e scogliere  potete raggiungere Quéménès, detta Kemenez in bretone: 26 ettari dipinti di verde, al momento stabilmente abitati solo da 4 persone: David e Soizic Cuisnier con i loro figli  Chloe e  Jules.
Rimasta a lungo deserta dopo la famiglia di agricoltori Tassin che abitò l’isola a partire dal 1953, questo paradiso sperduto dal 2003 è tornato a vivere a seguito di alcune iniziativa promosse dal Conservatoire du Littoral (www.conservatoire-du-littoral.fr), un ente pubblico che ha come obiettivo la salvaguardia degli spazi naturali e dei paesaggi, sia marini che lacustri che si è fatto promotore innumerevoli interventi per renderla un posto ospitale, pur sempre rispettando il suo splendore naturalistico, puntando dunque sullo sviluppo sostenibile dell'isola al fine da renderla autonoma e funzionale.
A seguito della ricerca di novelli Robinson Crusoe (persone disposte a lasciare il mondo civilizzato per prendersi cura di questo fantastico posto), i Cuisnier hanno lasciato Brest nel 2008 per avere un compito prestigioso: quello di essere gli unici abitati di Quéménès, facendo della loro missione un obiettivo di vita, seguendo la natura, occupandosi dei lavori della terra e della gestione delle chambres d'hôtes aperte da marzo ad ottobre, un’attività in grado di garantire loro la sussistenza. La fattoria, la Ferme insulaire de Quéménès (www.iledequemenes.fr),  dispone di 3 camere, una per due persone al piano terra mentre, al primo piano, due grandi ed ospitali stanze che possono accogliere da 2 a 4 persone, un soggiorno, un salone con tanto di camino, cucina e al piano terra. La noia non è all’ordine del giorno, i suoi gestori non stanno mai con le mani in mano, sono impegnati ora con la cucina, ora nei campi alle prese con l’agricoltura biologica delle patate, barbabietole, ma anche cereali, nella raccolta d’alghe che rivendono alle industrie agroalimentari o farmaceutiche o ancora con l’allevamento di pecore, mucche e cavalli mentre, in inverno, è il momento della manutenzione, della contabilità e del relax.
Provare per credere: si può vivere bene, con limitate risorse naturali senza danneggiare il pianeta e trovare un equilibrio tra economia e tutela dell'ambiente.

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