Per voi, un brano che avevo scritto in Sinai durante i giorni più violenti della rivoluzione egiziana del 2011. Allora, postavo su un blog quotidianamente quanto non veniva raccontato da alcun mass media italiano. Il blog è stato sospeso ma è ancora online qui. Buona lettura e cari aluti da Dahab.
GRAZIE (al grande Spirito della natura)
Sul filo della laguna al crepuscolo ho seguito il passo della marea che si stirava verso la luna a venire. Il vento la seguiva nella stessa direzione, spingendomi a fare un passo indietro ogni mezzo minuto su quell’estensione tanto solenne da parere di galleggiarci sopra. Solo io andavo nella direzione opposta, protendendo lo sguardo e ogni spasmo d’attenzione o di sogno verso il sole, appena sceso dietro il Sinai.
Non una traccia di essere umano, tutto l’infinito parte dell’Infinito è mio. L’intera realtà esperibile è color metallo, argento, perla e silenzio di malva. La vastità portentosa di quell’acqua in marcia sul filo del mio passo arretrante sbaraglia via le scene di violenza, i lutti, gli attacchi e i dispiaceri e riempie la consapevolezza sopita di una verità inattaccabile. Così si diventa mare.
Torno a casa guarita, e viva.