Prima di scegliere la macchina fotografica come strumento prediletto con il quale "esprimermi",
cercavo di dare forma ai miei pensieri servendomi soprattutto di matite, pennelli, colori, tele e
grandi fogli bianchi.
La maggior parte delle volte il soggetto che sceglievo di raffigurare era il corpo nella sua affascinante e
armoniosa alternanza di zone morbide e muscoli tesi, rotondità e ossa "spigolose" e
spesso molti dei miei quaderni, contenevano fogli sui cui disegnavo soprattutto braccia e mani di uomini e donne
che esistevano solo nella mia fantasia.
Quando poi ho iniziato a fotografare ho continuato, quasi inconsciamente, a subire il fascino di questo tipo di dettagli per raccontare un momento e
descrivere al meglio l'identità di un artista o di una modella: delle mani ruvide sulle corde di una chitarra
o che si pogiano leggere sui tasti di un pianoforte , che stringono saldamente un microfono o che evocano un gesto delicato, sono gli elementi a cui affido il mio sentire e che scelgo come elemento comunicativo per eccellenza.