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Normativa sul trasporto dei disabili.

In Italia siamo in ritardo su tutto.

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Ancora una volta l'Italia si rende ridicola e si fa riprendere come un alunno poco diligente dalle Commissione Trasporti della Comunità Europea, in merito alla normativa sul trasporto dei disabili.


Dopo diverse sollecitazioni e richiami lo Stato Italiano si è preso tre vere e proprie procedure di infrazione.
Infrazioni alle quali dovrà rapidamente dare risposte adeguate.
Si tratta delle norme che i Paesi della Comunità hanno sottoscritto a proposito dei diritti dei passeggeri con disabilità, non sufficientemente tutelate ed applicate nel nostro Paese.

Se l’Italia non darà risposte adeguate su quanto richiesto, rischia di essere chiamata a risponderne davanti alla Corte di Giustizia Europea.

Ma si sa, in Italia siamo in ritardo su tutto.

Da 15 anni i comuni avrebbero dovuto adottare i piani di eliminazioni delle barriere architettoniche e purtroppo poco è stato fatto e il più  resta da fare.
La mancanza di fondi adeguati, ha risposto l’Europa, non può rappresentare un alibi, o una valida scusa, per non rispettare i diritti fondamentali,  per chi altrimenti sarebbe imprigionato a casa.

Aggiungiamo altra nota dolente  che anche sul lavoro delle persone disabili, l’Italia rischia una nuova infrazione,dopo una prima condanna degli organismi Europei di controllo.

In Italia l’84% dei disabili non trova opportunità di lavoro. Questo un dato di fatto del caos che regna nel nostro Stato.
Il lavoro è una missione (quasi) impossibile per i disabili.
I portatori di handicap in età lavorativa non hanno un impiego e i disoccupati iscritti alle liste di collocamento obbligatorio sono 750 mila, secondo dati 2013 del ministero del Lavoro.
Questa situazione ha portato la Commissione a valutare se aprire una nuova procedura di infrazione contro l’Italia.

Il Governo Letta aveva provveduto lo scorso anno con uno stanziamento di 10 milioni di euro al fondo per l’occupazione delle persone con handicap. Stanziamento che avrebbe dovuto raddoppiare nel corso di questo anno.
Si spera che il nuovo Governo Renzi, possa trovare spazio anche per questa vicenda che riguarda centinaia di migliaia di persone. Senza false promesse, o regali  di 80 euro per i pasticcini della domenica.

E’ bene sapere che le persone con disabilità diverse o a ridotta mobilità, nel linguaggio tecnico delle compagnie aeree e degli aeroporti si chiamano : PASSEGGERI PRM.

Il personale addetto all’assistenza, una volta contattato, deve assistere il PRM in tutte le fasi opportune al suo imbarco nell’aereo.

Il passeggero PRM in arrivo deve sempre essere assistito durante le procedure di sbarco, compreso il recupero del bagaglio, e accompagnato in uno dei punti di rilascio previsti all’esterno dell’aerostazione.

La IATA, l’associazione che riunisce tutte le compagnie aeree ha codificato un linguaggio comune per evitare errori nelle operazioni di assistenza che riguardano le varie disabilità.
Si tratta di sigle:

WCHR – (WHELLCHAIR RAMP) – Passeggero che può deambulare autonomamente all’interno dell’aeromobile, nonché scendere e salire le scale, ma che ha bisogno di una sedia a rotelle o di altro mezzo simile per spostarsi per lunghi tratti all’interno dell’aeroporto.
WCHS -   (WHEELCHAIR STAIR) – Passeggero che può camminare autonomamente all’interno dell’aeromobile, ma che non può scendere o salire scale o che ha bisogno di un altro mezzo di trasporto per spostamenti all’interno dell’aerostazione.
WCHS -   (WHEELCHAIR COMPLETY) – Passeggero immobilizzato, che ha bisogno di una sedia a rotelle pewr sportarsi e necessita di assistenza dal momento della partenza fino al termine del volo, compresa l’uscita dall’aeroporto.
DEAF -   Passeggero con menomazioni all’udito o dell’udito e della parola.
BLIND -   Passeggero con menomazioni alla vista (distinguere non vedente o ipovedente)
DEAF/BLIND -   Passeggero con menomazioni della vista e dell’udito e che ha bisogno dell’accompagnatore per spostarsi.
DPNA -   Passeggeri con problemi cognitivi e comportamentali.

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