Non ho un ricordo esatto del primo Natale trascorso nella casa di Via Magenta, mi piace però pensare che sia stato proprio in quella occasione che mio padre portò a casa un vero, autentico, meraviglioso e “vivo” albero di Natale, il primo della mia vita. Era un abete perfetto, completo di radici, in un grande vaso, era alto quanto me. Passai parecchio tempo ad ammirarlo e studiare la perfetta armonia e simmetria dei suoi rami, con aghi a punta, che spuntavano dal piccolo tronco, con un intenso profumo di resina e di bosco. Lo addobbammo con entusiasmo con palline colorate, strisce color argento, luci colorate e intermittenti e un magnifico puntale fatto a stella sulla sommità. Mai piu’ nessun altro albero di Natale è stato per me cosi’ bello e profumato.
Di quel periodo, che precedeva di poco il Natale, oltre ad essere entusiasta per l’albero, ricordo di aver avuto un pensiero fisso, una preoccupazione che mi angustiava. Fino a poco tempo prima abitavo a Restellone e ora che abitavo in Via Magenta, come avrebbe potuto Gesu’ Bambino rintracciarmi per portarmi i regali?
Com’è bella l’infanzia : un attimo prima ero preoccupata, quasi disperata e un attimo dopo ero certa che tutto sarebbe andato bene. Avrei sicuramente potuto ricevere i miei sospirati doni, anche perché, mi dicevo per confortarmi, avevo scritto con molta cura e in bella calligrafia la letterina di Natale.
Poi, passata l’Epifania, (la Befana per fortuna e come sempre, mi aveva portato tanti libri da leggere), mio padre chiese al portinaio se fosse
possibile trapiantare il nostro albero in un’aiuola del giardino. Avuto il nulla osta decidemmo di metterlo in un punto ben visibile dalle nostre finestre. Il nostro albero di Natale gradi’ e di molto il trapianto e crebbe con molta solerzia di anno in anno, sino a diventare grande e importante.
Poi però, per la serie che le cose belle finiscono sempre troppo presto, decisero di installare esternamente gli ascensori a tutte le scale e per fare questi lavori il nostro albero venne sacrificato. Da tanto tempo non abito piu’ in Via Magenta, ma quando per caso passo di
li’, guardo sempre con tenerezza il luogo dove mio padre aveva messo a dimora il mio primo vero e profumato albero di Natale.