Dal latino : salaputium, di incerto etimo ulteriore, parola rara e di origine elegante, visto che se ne servi’ Catullo per definire il poeta Licinio Calvo. Lo Zingaretti ne dà una traduzione precisa dal latino : nanerottolo, cosino, detto in ambito familiare. Il Panzini ricorda che la parola è stata ripresa dal Carducci, e aggiunge un’ulteriore sfumatura “libidinosetto”.
Comunque salapuzio sta a significare un uomo piccolo di statura, ridicolo, magari tarchiato, forse un po’ livoroso o astioso e con atteggiamento saccente. All’esame si potrà essere interrogati da un salapuzio che, con smorfie da pesce, ti corregge anche le virgole; sull’autobus un salapuzio starà arringando i disinteressatissimi passeggeri con filippiche o geremiadi deliranti che però a parer suo sono solo verità scomode.
Durante una conferenza un salapuzio continuerà ad alzare la mano per puntualizzare quel che dice l’oratore nell’imbarazzo generale. Parola buffa, ma diciamoci la verità, ironizzare sul fatto che uno è basso e saccente lascia il tempo che trova, né fa onore ad alcun intelletto.