I PELLEROSSA
I Grandi laghi le foreste, praterie, deserti, catene montuose e coste sono i luoghi, dove ha inizio la storia degli Indiani o Pellerossa, i primi colonizzatori del Nord America.
L’appellativo “Indiani” venne attribuito da Cristoforo Colombo, che nel1492 era convinto di essere approdato nelle Indie.
Il nome corretto delle popolazioni che abitavano il continente prima dell’arrivo di Colombo e dei conquistatori europei è nativi americani, “Pellerossa” fa invece riferimento al colore della loro carnagione ed è un termine sbagliato tanto quanto “indiani”.
Si tratta, in realtà, di vari gruppi etnici che, pur condividendo alcuni tratti culturali, non sono un insieme omogeneo come si tende a pensare.
Si differenziano per struttura sociale, lingua, religione, origine geografica, per usi, costumi e valori.
Si calcola che prima della colonizzazione europea le popolazioni indigene del continente americano ammontassero a circa 90 milioni di individui, la maggior parte concentrati nel Messico e nella regione delle Ande.
L’ipotesi e che gli Indiani discendano da popolazioni asiatiche giunte in Alaska dalla Siberia nord-orientale attraversando lo stretto di Bering.
Alcuni studi fanno risalire le migrazioni a 30.000 anni fa, sulla base di rilevamenti comparati tra diversi linguaggi ed analisi delle caratteristiche genetiche e su ritrovamenti archeologici.
Le popolazioni dei nativi americani era divisa in circa 250 tribù, distribuite in tutto il continente nordamericano, da sud a nord, le più famose erano quelle degli Apaches, dei Sioux, dei Navajo, degli Cheyenne e dei Mohicani.
Quando capirono che era stato scoperto un continente sconosciuto e nuovo , gli europei si mossero alla sua conquista e fecero di tutto per impossessarsi dei territori rubandoli ai nativi.
Dopo anni di aspre lotte, massacri e guerre sanguinose ci riuscirono e quando nel 1787 nacquero gli Stati Uniti, per tutte le tribù indiane fu l’inizio della fine costringendo i nativi americani a vivere in territori pensati apposta per loro e chiamati “riserve indiane”.
Gli indiani svolgevano una vita nomade , sempre alla ricerca del territorio che dava più frutto. Oppure seguivano gli spostamenti delle mandrie di bisonti per dare loro la caccia, poterne mangiare le carni e ricavare vestiti e tepee dalle loro pelli.
L’abitazione tradizionale indiana è il tepee, una tenda a forma di cono che tutti conosciamo era comoda, perché si poteva smontare e spostare quando si voleva.
Ogni tribù aveva un capo, con il compito di stabilire le regole della vita della comunità.
Tutti gli appartenenti alla tribù avevano un compito da svolgere, uomini, donne, anziani e bambini, ciascuno dava il suo contributo alla vita comune.
Al contrario dei bianchi, gli indiani non combattevano mai per il possesso delle terre perché, secondo la loro concezione, la terra era di tutti
In ogni tribù c’era un capo supremo che godeva di ogni autorità i più famosi furono : Toro Seduto, Geronimo, Cavallo Pazzo e Nuvola Rossa.
Il capo doveva rispettare le antiche leggi del popolo degli uomini. Molte tribù chiamavano il loro capo Sachem.
Dopo il Sachem, l’uomo più potente era lo stregone, oltre a fare da medico con la medicina delle erbe, era a contatto con il grande spirito detto “Wakantanka” .
Quando la tribù si preparava ad un grande avvenimento, ad esempio una caccia al bisonte o una battaglia con il nemico, si consultava lo stregone perché facesse dei sacrifici al grande spirito.
Gli uomini facevano la guerra o andavano a caccia le donne invece montavano e smontavano i tepee, pestavano il mais e il miglio per la cucina, tagliavano i pezzi di bisonte per creare abiti e inoltre avevano molta cura dei loro piccoli.
La loro era una vita prettamente nomade ed anche la cucina era tipicamente spartana, le Tribù del Nord, preparavano due pietanze l'alce bollito e la carne di cane che servivano su piatti fatti di corteccia d'albero che venivano gettati via dopo l uso una sorta di piatti "usa e getta" di circa tre secoli fa.