Un attore, un autore, un volto conosciuto in ambito teatrale, televisivo, cinematografico. Parliamo di Giovanni Scifoni, diplomato presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico nel 1998.
Al suo attivo tournée teatrali con artisti della scena nazionale: Paolo Poli, Roberto Guicciardini, Sebastiano Lo Monaco, Patrik Rossi Gastaldi, Lorenzo Salveti, Pino Manzari, Massimo Foschi, Maddalena Crippa, Marco Maltauro e molti altri.
Scrive monologhi narrativi e commedie, da due anni porta in scena in tutta Italia con grande successo il monologo giullaresco "Le ultime sette parole di Cristo (minestra di fede per cialtrone e strumenti antichi)". Debutta al cinema in "La meglio gioventù" di Marco Tullio Giordana. È protagonista e co-protagonista in numerosi film tv come "Il Commissario Vivaldi" di Luciano Odorisio, con Lando Buzzanca, "Mio figlio", "Io non dimentico", "Un caso di coscienza 3", e altre produzioni Rai e Mediaset. Ultimamente su Raiuno tra i protagonisti di "Un medico in famiglia 7", L'ultimo papa re" con Gigi Proietti.
Nel 2014 è protagonista assieme a Francesca Inaudi di Molto rumore per nulla per la regia di Giancarlo Sepe al Teatro Eliseo di Roma. Nello stesso anno viene selezionato come nuovo protagonista della serie Squadra Antimafia, inizia a girare per la settima edizione.
Giovanni Scifoni fonda nel 1997 insieme al fratello la Compagnia teatrale e musicale Musici&Comici, con la quale hai realizzato in Italia la prima edizione full symphonic del “Jesus Christ Superstar” di Webber.
L'Intervista che gentilmente ci ha concesso.
Quando ti sei accostato per la prima volta al mondo "artistico"?
Da bambino, nel mio palazzo c'era la mamma di un mio amichetto, un'attrice che aveva deciso di fare lezioni di recitazione ai bambini del palazzo nel suo salotto di casa, è stata un'esperienza bellissima, gli devo molto. Ma poi abbiamo traslocato e con la vecchia casa ho lasciato le lezioni di teatro, e mi sono messo a disegnare i fumetti, ed ero diventato parecchio bravo, a un certo punto le storie che scrivevo mi stavano strette, il fumetto ti lascia troppa libertà, puoi scrivere e disegnare quello che vuoi, senza limiti. la troppa libertà a volte è castrante, destabilizzante. E così sono tornato alla recitazione, per dare corpo ai personaggi che disegnavo, e ho cercato nel teatro, nella carne, nell’incarnazione delle mie storie un nuovo limite con cui incatenare la mia libertà per essere ancora più creativo.
E oggi, cosa ti spinge a continuare questo percorso?
Il fatto che ormai è l'unica cosa che so fare, non riesco più a farne a meno, e poi sicuramente mia moglie e i miei figli, perchè il mio percorso artistico è anche il mio mestiere, il latte e le rette della mensa scolastica. Mia moglie è la mia pungolatrice preferita, anche perchè non è mai contenta, è ipercritica, mi obbliga a rinnovarmi continuamente, la adoro.
Chi ringrazieresti per il successo ottenuto?
Un sacco di gente: mio padre, perchè mi ha insegnato l'amore per la narrazione, a tavola ogni giorno ci obbligava a raccontare minuziosamente ogni avvenimento della nostra vita; mia moglie perchè mi insegna a conoscermi e la conoscenza di se stessi è fondamentale per un attore; ringrazio Dio perchè mi ha dato la vita e perchè ha creato un mondo così bello da raccontare e riraccontare e riraccontare; ringrazio Dostoevskji perchè scrive piuttosto bene; ringrazio la musica (quel poco che l'ho studiata) perchè mi ha insegnato a dare forma e organicità alle interpretazioni dei miei personaggi, mi ha insegnato che la recitazione oltre ad essere “vera” deve essere anche “bella”, oggi purtroppo l'unico requisito che viene richiesto agli attori di cinema e tv è il realismo, il quotidianismo sciatto. Ma poi perchè parliamo di successo? chissà come va a finire, magari domani dovrò ringraziare qualcun'altro per la fine del mio successo; il successo è una bestia selvaggia, incontrollabile, hai presente guerre stellari? Uno degli attori è diventato una star internazionale: Harrison Ford; invece il protagonista è sparito nel nulla. Non si può mai sapere come va a finire, grazie a Dio.
Un aneddoto che mentalmente non ti lascia…
Purtoppo gli aneddoti più belli non li posso raccontare, altrimenti scattano le denunce... un episodio (innocente) che mi è rimasto nel cuore è quando ho girato la meglio gioventù: la tradizione nei set vuole che quando un attore gira l'ultimo ciak del suo personaggio tutto il resto della troupe gli fa un bell'applauso. Io non lo sapevo, per me quello era il primo set della mia vita, ed ero emozionatissimo, un grande regista, uno splendido cast, volevo assolutamente piacere, volevo che andasse bene. Finisco il mio ultimo giorno di riprese e scatta l'applauso, io non ci volevo credere... mi stavano battendo le mani, a me?! Allora ero stato bravo, c'ero riuscito... mi misi a piangere per la felicità, mi si accosta Fabrizio Gifuni e mi fa: “guarda che lo fanno a tutti”
Parlami del tuo ultimo "progetto"
Sto cercando di scrivere un nuovo spettaolo, il mio terzo, ma ancora non ne posso parlare, ed è soltanto una bozza. Sono molto pigro, ci metto tanto a concentrarmi e portare a termine le cose, ed ho una vita frenetica, zeppa di roba arretrata da fare. Le due cose non si conciliano bene. E poi sono sul set di squadra antimafia 7, sarò il nuovo commissario Davide Tempofosco, che poi oggi si dice vicequestore, ma io continuo a dire commissario, ci sono affezionato.
Per realizzare il tuo sogno, con quale regista o autore vorresti lavorare?
I miei sogni sono cassetti. Armadi pieni di cassetti, sogno continuamente cassetti. Mi piacerebbe lavorare con tutti quei registi che amano realmente la recitazione, la amano più di quanto amino la loro intelligenza: Virzì, Bellocchio, Muccino, Paul Tomas Anderson, Spike jones. E in genere mi piace lavorare su tutti i personaggi scritti come Dio comanda, detesto i ruoli dove dopo tre battute sai già tutto del personaggio, se è buono, se è cattivo, se l'autore fa il tifo per lui, detesto gli autori che fanno il tifo per un personaggio e usano l'ironia solo per mettere in mostra la propria intelligenza. Mi piacerebbe interpretare un extraterrestre in un film di fantascienza.
Definisciti in tre parole.
Fifone, sgraziato, acuto.
Se tornassi indietro cosa non rifaresti?
Tante cose, un po' di zozzerie le ho fatte anch'io, tornando indietro non le rifarei, ma avendo moglie e figli sì, le rifarei. Ma non ho mai esagerato, per fortuna qualche volta nella vita ho avuto il coraggio di dire di no.