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Don Enrico Arena: "Le mie nozze d'oro con Gesù!"

"Aprite, spalancate, le porte a Cristo...Non esiste nulla di meglio, credetemi!!!"

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Si è svolta ieri presso la Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù di Vittoria una città in provincia di Ragusa, la solenne concelebrazione del 50° anniversario di sacerdozio di Don Enrico Arena.

La ricorrenza liturgica che ricordava proprio ieri tutti i Santi è stata caratterizzata da uno spirito diverso, durante la S.Messa infatti si è respirata un'aria particolare, quasi una Pentecoste gratuita.

A concelebrare il Vescovo di Ragusa, Mons. Paolo Urso, dal Vescovo di Caltanissetta, Mons. Mario Russotto e dall'Arcivescovo emerito di Agrigento, Mons. Carmelo Ferraro.

Presenti alla funzione, diciotto sacerdoti della diocesi di Ragusa e un diacono.

Don Enrico Arena, esperto in problemi psicologici, pedagogici e familiari, fondatore e direttore del Consultorio Familiare dell'associazione "Lauretana" per la promozione della famiglia si è dovuto "arrendere" agli abbracci, agli auguri, alle foto dei fedeli presenti ed accorsi da tutta la provincia di Ragusa.

Tre domande al "festeggiato"!

Ricostruiamo insieme questi 50 anni...Com'è nata la sua vocazione padre?

Sono nato in Africa, a Bengasi, Libia. A causa degli eventi bellici, attraversai il mare "a bordo delle braccia di mia madre", diretto verso la Sicilia, a Vittoria. Da bambino ho frequentato la chiesa, come del resto tutta la mia famiglia. Mia madre aveva una fede straordinaria, una fede, lo preciso, non bigotta, molto matura, una fede concreta concreta. Mio padre ho potuto "godermelo" purtroppo, per pochi anni, per la guerra. Combattè a Tobruck, in Libia, liberato, fortunosamente, tornò a casa. Io ero piccolo e ovviamente non posso sapere tutto, ma ricordo quando tornò a casa, era di sera. Mia madre, nel vederlo, non credeva a suoi occhi perché non se lo aspettava, sapendo che era in Nord Africa. Potei "godermelo" per pochi anni, come ho detto, perché poi cadde ammalato...un tumore alla testa!

Tre anni di sofferenze e poi la morte nel 1949. Io avevo 9 anni. La povertà era grande, come per tutti, a causa della guerra. Forse questa esperienza mi ha reso sensibile ai drammatici problemi che i poveri hanno! Ho un bel ricordo comunque di papà quando mi costruì, con le sue mani, un giocattolo: era un pupazzetto che saltava! Quando lui morì, mamma, rimasta vedova con 4 bambini, andò nella chiesa di S. Giovanni battista che era vicinissima a casa nostra. Andò dinnanzi a Gesù presente nell'Eucaristia e ,lì, dinnanzi al tabernacolo disse a Gesù, con tanta forza e tanta fede: "Io sono rimasta sola, con 4 bambini da crescere, se non mi aiuti Tu, cosa posso fare io? Mi metto nelle Tue mani!". Gesù, a quanto pare, l'ha esaudita "da Signore", quale è Lui.

Lei ha ricordato, a noi figli, questo episodio, quando compì 93 anni...due mesi prima di morire. Quando sopraggiunse l'adolescenza, io mi allontanai dalla chiesa. Non sapevo allora che il fenomeno faceva parte della normale "crisi" dell'adolescenza. Comunque non andavo più in chiesa, forse vi entravo 2 - 3 volte nell'anno. Un giorno mi incontrò la mia ex catechista e mi fece una "ramanzina", lì, sulla strada dove mi aveva incontrato. Mi rimproverò perché non frequentavo più la chiesa. Poi, inaspettatamente, mi disse: " Ci andresti al seminario?"; io non mi aspettavo una simile domanda e, per togliermela dai piedi, dissi: "Sì". Se ne andò e io mi dissi: "Un'altra volta che la vedo da lontano, cambio strada". Lei tornò dopo qualche giorno e non potei evitarla.

Mi disse: "Puoi andare in seminario, ho parlato, ho chiesto. Non ci sono difficoltà! Un parroco che ti conosce fin da piccolo, mi ha detto che hai perduto anche tempo ad andare al seminario. Lui è convinto che tu hai la vocazione!"; risposi: "Ma io prima devo andarlo a dire a mia madre"; Lei: "Certo, vai a dirglielo". Andai a casa, con l'animo in subbuglio e arrabbiatissimo contro la catechista! "Mamma, la signorina Mariannina ̶ questo il nome della catechista ̶ mi vuole mandare al seminario, ma io non ci voglio andare!"; "Allora, vaglielo a dire"; "No, ormai ho detto sì" ; "Insomma deciditi". Presi una decisione "disonesta": "Io in seminario ci vado, faccio un anno di scuola e poi me ne esco!". Era una cosa che, all'epoca, si usava fare. Spuntò un intoppo, il parroco non voleva fare l'attestato che io avevo la vocazione. "Non viene neppure alla messa la domenica e devo scrivere che ha la vocazione al sacerdozio? Impossibile!".

Ma, non so chi, suggerì di chiedere il permesso al vescovo. Il vescovo chiese di vedermi e, accompagnato da P. Angelino Guastella, andai dal Vescovo. Il Vescovo quando mi vide, si sedette accanto a me, poggiò il suo braccio attorno al mio collo e disse subito: "Bravo, giovane, questa sì, è una vocazione sicura. Puoi andare al seminario". Pochi minuti. Si alzò e uscì. E io pensavo: "Tutti mi dicono che ho la vocazione mentre io non voglio! Ma che cosa vedono? Boh!". Andai in autobus, assieme a mia madre, a Siracusa e quindi al seminario. Arrivai lì senza documenti e senza biancheria all'infuori degli abiti che indossavo. Mi vide un seminarista di Scoglitti che mi riconobbe e lui stesso mi fece vedere qual'era il mio letto, il comodino, mise lui stesso le lenzuola.

I primi 2 giorni li passai male, mi sentivo come in prigione e pensavo: "Appena torna mia madre, la prossima settimana, le dico che torno a casa, non aspetterò che finisca l'anno scolastico". Intanto, ogni mattina, partecipavo a una riflessione su un tema riguardante il senso della vita, la morte, Dio, l'altra vita, il paradiso,l' inferno, il purgatorio, ecc. Io non avevo mai riflettuto su argomenti così "seri e importanti". Mi resi conto che avevo sciupato la mia vita in una serie di "fesserie".

Scoprii di aver vissuto senza senso e senza scopo... e cominciai a piangere sulle tante cose inutili che avevo fatto. Andai nella cappella del seminario e mi sedetti dinnanzi al tabernacolo, dove stava Gesù Eucaristia. Piansi dinnanzi a Lui e Lui mi parlò nel cuore. Era come mi dicesse: "Ti ho portato fin qua, in un luogo di silenzio, perché devo farti una proposta: Mi vuoi aiutare a portare il mio Vangelo al mondo? Fuori di qui, in mezzo al rumore, non mi avresti sentito. Ora, che sei nel silenzio, ti posso parlare"; "Sì, Signore, adesso Ti sto ascoltando. Sì, adesso ho capito cosa mi vuoi dire. Sì, accetto la tua proposta, voglio diventare prete!". E da quel giorno, era la fine del 1955, non ho avuto mai un ripensamento. Sono stato ordinato sacerdote 50 anni fa, ma la "decisione" di diventare sacerdote è avvenuta 59 anni fa... e non cambierei mai questa mia vita "avventurosa" con nessun'altra cosa!

Il momento più bello e quello più speciale di questi ultimi anni di sacerdozio?

Non so rispondere a questa domanda! Non c'è nella mia vita un momento più bello o uno meno bello. Per me il momento più bello è quando mi trovo dinnanzi al tabernacolo e so che lì c'è LUI, GESU', vivo, vero, reale e LUI è tutto, LUI è la gioia. I momenti più belli riguardano sempre l'Eucaristia... per esempio, quando consacro l'Ostia e il Vino, sull'altare, durante la messa, il momento più "forte" è quando innalzo l'Ostia o il calice per l'adorazione dei fedeli e so, senza ombra di dubbio, che nelle mie mani c'è LUI... quello è un momento bellissimo, non trovo le parole per dirlo, in quel momento, io mi vedo più peccatore del solito, ma so che LUI è lì proprio perché mi vuole salvare. LUI è la gioia, la felicità!

Un sacerdote, ammalato e ospite nella casa di riposo per sacerdoti anziani o malati di Aci Sant'Antonio, alle falde dell'Etna, quando io mi stavo preparando all'Ordinazione sacerdotale, proprio 50 anni fa, mi disse: "Quando c'è il sole, le stelle non si vedono...Guarda sempre al «Sole», guarda a Gesù cioè, e le «stelle», cioè tutte le cose di questo mondo, perdono di importanza, tutte sia le cose belle che le brutte! San Paolo dice che considera «spazzatura» tutte le cose del mondo! S. Teresa d'Avila, dice la stessa cosa: «Nulla ti turbi» purché ci sia LUI.

Una frase per i lettori del quotidiano?

Come disse San Giovanni Paolo II°: "Aprite, spalancate, le porte a Cristo"... Non esiste nulla di meglio, credetemi!!!

La Vigilia.

I sacerdoti?

Sentinelle di Dio Padre Giovanni Salonia in occasione del 50° anniversario di sacerdozio di Don Enrico Arena nella Parrocchia Sacro Cuore di Gesù- Vittoria-

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