Paolo Logli nasce a La Spezia il 26 Maggio 1960, ma vive a Roma da quasi 30 anni.
Sperimentata la sua pochezza come chitarrista rock, si è riciclato come sceneggiatore, autore televisivo e teatrale, firmando decine di titoli per la tv, dalle soap operas alle miniserie (tra i suoi lavori il Commissario Manara, Il bambino della domenica, L’uomo che cavalcava nel buio, Cuori rubati, Grandi domani, Diritto di Difesa, Il signore della truffa).
La sua attività continua a ondeggiare tra il teatro di parola (è stato il primo autore italiano rappresentato a Montecitorio negli ultimi 20 anni con “Quell’enorme lapide bianca”), il cinema commerciale, come “Natale a Beverly Hills” e “Natale in Sudafrica” e il cinema d’autore come il film di Davide Marengo "Breve storia di lunghi tradimenti"...
Ma altre due grandi passioni si contendono la sua attenzione: il noir (Ha pubblicato con Mondadori/Colorado Noir un racconto della raccolta “Omicidi all’italiana” e con “Ad Est dell’Equatore” il romanzo “Quis ut deus”) e il la musica, prima ispirazione di lavori teatrali come “Dunque lei ha conosciuto Tenco?” Premio Per voce sola 2004,
“Parlami d’amore Mariù” e il “Il Pianeta proibito”, musical scritto assieme a Luca Tomassini e Alessandro Pondi e di svariati videoclip, come “Hey Joe” con Sam Moore e Francesco di Giacomo, Premio Europa Cinema 1990 per la Regia del cortometraggio musicale .
Ha vinto due biglietti d’oro con i due film di Natale, il premio dell’annuario del Cinema italiano con “K2 la montagna degli Italiani”, il premio per la miglior sceneggiatura al festival internazionale de cinema di Salerno con “Il bambino della domenica” e la menzione del contest l’Immagine del suono per “Trilussa storia d’amore e di poesia”...(Sosia&Pistoia)
Un onore per noi di Sestodaily oggi ospitare un nome così importante, questo autore che abbraccia il panorama artistico e che riesce a coglierne l'essenza, un vero leitmotiv che sprona la curiosità e incolla allo schermo!!
-Quando ti sei accostato per la prima volta al mondo "artistico"?-
“Ci sono nato, e questo davvero fuor di metafora. I miei genitori gestivano un dancing a Marinella, al confine tra Liguria e Toscana. Si chiamava River Club e io non me lo ricordo per niente, ma loro mi raccontavano che mentre mia madre stava alla cassa, io dormivo dietro il palco. E che una notte mia madre sentì un trambusto in sala, andò a vedere, e trovò me, due anni, due anni e mezzo, che ero salito sul palco in pigiama e cantavo “Papaveri e Papere”. Se avessi dovuto inventare l’aneddoto non mi sarebbe venuto così bene.”
-E oggi, cosa ti spinge a continuare questo percorso?-
“Forse, il fatto di non sapere fare nient’altro che scrivere. Forse, il fatto di avere ancora tante cose in testa, che mi piacerebbe provare a raccontare.”
-Chi ringrazieresti per il successo ottenuto?- “Il destino, la Provvidenza, la fortuna, lascio a te la scelta. Avevo la passione per la scrittura e per lo spettacolo fin da piccolissimo, ma stavo in una piccola città di provincia e non avevo alcun contatto. Mi sono trovato a Roma per una serie incredibile di coincidenze o di colpi di fortuna con la c, ma devo anche dire che ho cercato di sfruttare l’occasione con una tigna assoluta, e mi pare di esserci riuscito almeno un po’.”
-Un aneddoto che mentalmente non ti lascia…-
“Ne potrei raccontare mille, ho conosciuto molte belle persone e molte splendide realtà, e anche l’esatto contrario. Ma in realtà gli aneddoti prendono valore a mio parere nel contesto, presi di per sé lasciano un po’ il tempo che trovano.”
-Parlami del tuo ultimo "progetto"-
“Molti. Un romanzo, prima di tutto, che uscirà a fine Agosto per Castelvecchi e che si intitola “Dura pioggia cadrà”.
Un progetto che mi incuriosisce molto perché mi sono misurato con il genere e con la scrittura mainstream (riuscendoci o meno, lo diranno i lettori) e sono andato a scomodare nientemeno che Merlino e i cavalieri della Tavola Rotonda. Un racconto in una raccolta alla quale mi è piaciuto molto partecipare: “Pere Lachaise, racconti dalle tombe di Parigi”. Il mio si intitola “Voilà mr. Mojo rinsin’” ed è dedicato a Jim Morrison. Poi due commedie per il cinema, scritte insieme ad Alessandro Pondi: una molto classica, la classica commedia rosa, dal titolo “Poli opposti” ed una seconda sghemba, storta, divertentissima, ambientata in Calabria, che si intitola “Rapiscimi”.
Per quanto riguarda il teatro, sto terminando di scrivere un recital su Paolo e Francesca che verrà portato in scena da Luca Violini e Linda Celani, sto pensando ad un monologo teatrale per Claudia Campagnola, oltre naturalmente al progetto su cui ho messo il cuore: “Mimì è Mia” spettacolo teatrale per celebrare i vent’anni dalla morte di Mia Martini, a cui sto lavorando assieme a Vince Tempera e Romina de Luca. E’ di questi giorni la notizia che Franco Oppini riporterà in scena il mio testo “Dunque lei ha conosciuto Tenco” Premio “Per voce sola” 2006. La prima sarà proprio da Roma in Luglio, e sono curiosissimo di vedere questa, che è la 4 interpretazione data al mio testo… Poi, ovviamente, la pazzia che stiamo cullando assieme ad Alessandra Casale, Claudio Meloni e Francesco Foti. Uno spettacolo teatrale da matti (noi 4) che si dovrebbe intitolare “Uscite fuori con le mani alzate.”
-Per realizzare il tuo sogno, con quale regista o autore vorresti lavorare?-
“No, sinceramente non c’è qualcuno con cui sogno di lavorare, sia perché difficilmente mitizzo gli artisti, sia perché per converso ce ne sono moltissimi bravi, e che stimo e con i quali sono certo che mi incontrerò ancora. Mi piacerà tornare a lavorare con Beppe Fiorello, mi piacerebbe fare un altro musical con Luca Tommassini, con il quale ho scritto “Il pianeta proibito”, per quanto riguarda la fiction e il cinema mi sono trovato benissimo con Davide Marengo che ha diretto il Commissario Manara scritto da me e Alessandro Pondi, con Ludovico Gasparini, che ha messo in scena il nostro Trilussa, e con Marco Pontecorvo il regista del L’oro di scampia. Invece so per certo con chi non voglio lavorare mai più, ma questo non lo dico.”
-Se tornassi indietro cosa NON rifaresti?-
“Non lavorerei mai più con quelli che dicevo sopra.”
-Definisciti in tre parole.-
“Solo tre parole? (Ops. Finite.)”
Leggendo il curriculum di Paolo non vi nascondo che, anche se per pochi minuti, mi sono sentita piccola, piccola, perchè egli è un professionista sia nel campo letterario che cinematografico, oltrechè cultore della storia...
La sua preparazione supera la nostra immaginazione...basti pensare che ultimamente ha fondato con tre amici (Alessandro Pondi, Riccardo Irrera, Mauro Graiani) la 9MQ, una factory di scrittura ubicata nella Capitale alle Officine Farneto, ex fabbrica che funge come luogo dell’anima ma anche di tecnica, mestiere e conoscenza dove nascono e si sviluppano progetti televisivi, cinematografici, teatrali, e letterari, con uno sguardo rivolto al mercato internazionale...Beh...è il caso di dire: Quattro amici al Bar......si ma della Cultura!!
Stasera su Rai1 "A testa alta" la fiction dalla sceneggiatura dello stesso Paolo Logli con Alessandro Pondi, La storia del martirio di tre giovani Carabinieri che a Fiesole, nel 1944, si consegnarono ai tedeschi per salvare la vita di dieci civili innocenti. Il film tv A testa alta, in onda lunedì 2 giugno (giorno della Festa della Repubblica) in prima serata su Rai1, racconta le gesta eroiche di un piccolo gruppo di militi che, negli anni bui della seconda guerra mondiale, aiutarono i partigiani a liberare l’Italia dai nazisti. Una fiction per celebrare il coraggio, la dedizione alla propria missione e l’amore per la Patria di uomini che con il loro sacrificio hanno contribuito a scrivere una pagina importante della nostra storia e a rendere grande e gloriosa la divisa della “Benemerita”.
E sperando di reincontrarlo presto...vi do appuntamento qui, su Stelle di Giorno, per un'altra intervista, un'altra emozione!