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Claudio Scarpa, il Libro Custode del Beat!

La Lunga Estate degli Anni '60!

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"La Beat Generation è un gruppo di bambini all'angolo della strada che parlano della fine del mondo".

Ricordate Al di qua, al di là del beat, la prima analisi critica condotta con metodo storico-filologico, con la prefazione di Dario Salvatori?

La testimonianza di tre "colossi" del Beat, Bultringhini, Scarpa e Guglielmi, un viaggio meraviglioso che fanno insieme per addentrarsi, non senza sarcasmo, poesia e sentimento, all'interno di quel meraviglioso ed irripetibile fenomeno, non solo musicale, che alla metà degli anni '60 coinvolse migliaia di giovani.

Oggi ritroviamo invece Claudio Scarpa quale "custode del tempo", della musica, dei ricordi ...e soprattutto delle testimonianze che tracceranno un percorso mentale a chi, anche se giovanissimo, non riuscirà a non leggere: “La Lunga Estate degli Anni ‘60”.

Un libro comprendente 20 esaurienti interviste storiche (mai ripubblicate, non inserite né sulla rivista “Nuovo Ciao Amici” né sul libro “Al di qua, al di là del Beat”) a personaggi più o meno noti della storia della musica.

Basti pensare ad alcuni dei nomi che riporteremo di seguito, all'interno dell'intervista, proprio per far comprendere quanta pazienza e quanto amore lo stesso autore ha elargito per imprimere su carta ciò che lo ha sempre catturato: La Musica!

L' intervista che ne siamo certi ci arricchirà "musicalmente" parlando!

-Quando ti sei accostato per la prima volta al mondo artistico?-

"Avendo iniziato a seguire la musica davvero da bambino, intorno al 1956/57 quindi 7/8 anni, e grazie a mia sorella che ha dieci anni più di me, tutto mi venne spontaneo e già negli anni sessanta mi divertivo a scrivere appunti sulle canzoni che ascoltavo, mie considerazioni del periodo (che tra l’altro mi piacerebbe tanto rileggere ma che non ho più) inerenti le canzoni. Poi, con l’avvento dei ’70 ed il passaggio all’acquisto dai 45 giri alla totalità dei 33 giri, mi attirava fare degli articoli/recensioni veri e propri su ogni LP che acquistavo e mi divertivo davvero. Da lì poi iniziai, alla fine della decade, ad inviare alcuni miei articoli i primi dei quali furono pubblicati sulla rivista “Music” e tutto partì da quel momento."

-E oggi, cosa ti spinge a continuare questo percorso?-

"Una delle motivazioni principali (e lo spiego anche nel libro) che mi ha sempre spinto a parlare di musica, di artisti e canzoni meno note al grande pubblico è stata appunto la voglia di divulgare la musica di un certo livello, anziché ciò che le case discografiche decidevano (decidono) di imporre al pubblico. Questo l’ho sempre perseguito, anche radiofonicamente nelle tante trasmissioni sulle radio private ma anche in Rai quando è capitato. Così per me questa ‘missione’ (non si vede, ma pronuncio la parole col sorriso sulle labbra, ovviamente) è sempre valida e continuerò in questa direzione. Ciò non toglie,ovviamente, che anche in tante canzoni di grande successo ci siano delle opere d'arte, ci mancherebbe altro! "

-Chi ringrazieresti per il successo ottenuto?-

"Non credo di dover ringraziare qualcuno in particolare, perché non ritengo di aver conseguito un ‘successo’.

Mi reputo soltanto una persona appassionata di musica e del mondo musicale, che ha sempre cercato di contribuire affinché le belle canzoni e la bella musica potesse essere conosciuta da tutti e non soltanto da pochi eletti. Faccio un esempio a caso, ma assolutamente lampante: Riccardo del Turco: tutti conoscono a menadito il suo grande successo dal titolo “Uno tranquillo”, canzone ben conosciuta da tutti anche perché partecipò alla rassegna di “Un Disco per l’Estate” del 1967;

beh, la canzone, diciamocelo pure, è alquanto banale e sdolcinatamente orecchiabile. Invece sul retro del 45 di questa, ce n’è un’altra intitolata “Allora hai vinto tu” che nessuno, o pochissimi, conoscono. Bene, si tratta di un vero e proprio capolavoro; per cui preferisco sempre offrire al pubblico una canzone di questo tipo, anziché l’altra, più famosa ma di scarso peso artistico."

-Un aneddoto che mentalmente non ti lascia…-

"Certamente ce ne sarebbero tanti, ma preferisco citarne uno dei primissimi. Torniamo a quel periodo di quando avevo sette anni: una mattina accendo la radio e, proprio in quell’istante, trasmettono “Tutti Frutti” di Elvis Presley. Sentii lo stomaco che mi si torceva e una sensazione di profonda eccitazione. In quel momento capii che la musica mi avrebbe accompagnato per tutta la vita. Credo che, in effetti, sia andata proprio così. "

-Parlami del tuo ultimo "progetto"-

"Ti ringrazio per darmene la possibilità innanzitutto. Questo mio ultimo progetto che si avvera, è un libro con una raccolta di 20 mie interviste direi storiche in quanto fatte in momenti diversi ma comunque sempre come prima fonte, ovvero con i protagonisti della musica che si raccontano, che raccontano episodi anche oscuri della loro vita artistica e non solo, in un periodo - in alcuni casi - che magari gli altri neanche si sognavano di interpellare. Si va da personaggi poco noti a molto noti; presenti tra gli altri, Carmen Villani, Domenico Modugno, Catherine Spaak, Umberto Bindi, Don Backy, Nico Fidenco, Gianni Meccia ed altri, con anche alcuni artisti stranieri come Sandie Shaw, Barry McGuire e Bob Lind, personaggi non troppo facilmente intervistabili.

Sono interviste molto approfondite ed era un peccato che fossero a conoscenza di pochi. Probabilmente rimarranno tali, visto che il libro è stato stampato in poche copie e autoprodotto, ovvero senza editori dietro, tanto sono del parere che questi, gli editori, servano a ben poco; il prezzo infatti è contenutissimo: soltanto 10 euro e sono circa 180 pagine. Il mio libro quindi è ordinabile soltanto tramite il sottoscritto; lascio la mia e-mail nel caso interessasse alcuni appassionati in materia: clasca66@libero.it "

-Definisciti in tre parole.-

"Non è facile... Le prime che mi vengono in mente: testardo (solo per certi versi), anarchico (musicalmente parlando), ribelle (nel senso generico del termine, odio le imposizioni)."

E qui su Stelle di Giorno, scrittori e musica Beat! Altra emozione, altra intervista!

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