Ormai per i bambini e ragazzi italiani lo smartphone è diventata un'abitudine. Arriva tra le loro mani in un'età in cui dovrebbero passare del tempo a giocare, a scoprire il mondo che li circonda, a ricevere amore dai loro genitori. E invece i nostri teenager usano lo smartphone per chattare, per scaricare musica e video, per bypassare il naturale corso delle cose e conquistarsi una sorta di "passaporto di nativi digitali".
Ma questo approccio può aiutare le giovani generazioni ad avere più confidenza con tablet, pc e smartphone oppure sta influenzando negativamente loro gli anni più belli della loro vita?
Si tenga presente che, dato l'elevato interesse dell'argomento sia per le aziende che si occupano della vendita dei dispotivi tecnologici sia per i genitori che vorrebbero salvaguardare il più possibile i loro piccoli, le indagini su questo fenomeno sono tante e vanno in direzioni diverse ed hanno rivelato che, ad oggi, il primo accesso ad Internet per i bambini avviene alle elementari. Alle scuole medie più della metà dei ragazzi ha almeno un account su un social network e dedica dalle due alle quattro ore giornaliere per inserire foto, video, controllare gli account degli amici...
Il dato preoccupante è che i baby internauti non hanno una conoscenza ed un'educazione alle nuove tecnologie tali da poter garantire loro una consapevolezza ed una "preparazione digitale" che possano evitare i problemi e le trappole che la rete nasconde. Molto lavoro si sta facendo (e si farà) soprattutto nell'ambiente scolastico per limitare al minimo i danni e rendere i nativi digitali meno vulnerabili. Se poi si considera la responsabilità che hanno i genitori riguardo queste "nuove abitudini" sempre più diffuse tra i più piccoli, il discorso si amplia e si complica...