RITORNO A SCUOLA
Vittoria è una ragazzina tutto pepe. Parla, canta e balla. Non si ferma mai. Corre a perdifiato nei campi di grano davanti casa e racconta storie. Il sorriso non lo perde mai e i suoi disegni sono pieni di colori.
Ha i capelli come le carote, così dice lei, un sorriso malandrino e uno sguardo che illumina il mondo. Vittoria non ha ancora 6 anni e tra qualche giorno andrà a scuola.
Per ora è sul volo 4778 che dal mare la sta riportando a casa. Quando non disegna mi cerca con lo sguardo, guarda fuori dal finestrino ed esclama: “Sembra zucchero filato” e poi, con le braccia nell'aria, simula il volo e grida: “Vola, Vittoria vola”.
E' allegra e divertente. Ha due sorelle: una di 8 anni e l'altra di 2. Si alza in piedi sul sedile e convinta sostiene di essere lei la più grande. Poi scoppia a ridere e dice: “No è Sofia la più grande”, indicandola.
Ha gli occhi chiari che ridono da soli. Ha una cameretta rosa piena di bambole e barbie. Una bicicletta, la cucina e i pattini a rotelle. E in un angolo vedo uno zaino. Il primo. Rosa, con disegnata Violetta e sopra la scrivania ci sono il diario, l'astuccio e i quaderni. Tutto rigorosamente Violetta. E' innamorata di lei.
Vorrebbe un cane, ha una passione sfrenata per la nutella e cammina sempre scalza. Protesta ogni volta che deve fare la doccia e quando ride le si arriccia il naso.
Vittoria sa già scrivere il suo nome, gliel’ ha insegnato la nonna al mare. Conta fino a 10 e poi torna indietro, un po' come i gamberi con cui gioca prima che finiscano sulla griglia del nonno. Un po' come il countdown alle feste dell'ultimo dell'anno.
Saltella e chiede continuamente: “Ma quando vado a scuola?”. Non sta più nella pelle. E' contenta e forse un po' agitata. Emozionata, forse è il termine giusto. Ieri ha chiesto: “ Ma quanto ci devo stare a scuola? E posso portare Poldo con me?”.
Poldo è l'orsetto con cui dorme e da cui non si stacca mai. E' malconcio, ha perso un occhio ma rimane il suo preferito. Lei dice che è il suo migliore amico.
Stamattina la sveglia è suonata presto, la colazione è pronta, ma Vittoria no. E' in piedi davanti allo specchio da diversi minuti, con indosso il grembiulino a quadretti e i capelli legati da due elastici con le farfalle. Si guarda e si volta, quando fa così qualcosa non la convince. Ad un tratto mi dice: “Ma devo proprio metterla questa tovaglia?”. Scoppiamo tutti a ridere.
Siamo davanti alla scuola. E' una marea di grembiulini e zaini. Di pianti e gridolini entusiasti. Vittoria si blocca. La guardo, mi guarda e: “Sai, credo di non essere ancora pronta per la scuola. Andiamo a casa, ci riprovo domani”.
( Barbara Villa Mastropierro )